Cibi trattati e additivi

Ecco di cosa parliamo in questo articolo:

  • Additivi alimentari: quali incidono sull’endometriosi
  • Cosa sono gli additivi alimentari
  • Additivi alimentari e la correlazione con lo sviluppo dei tumori
  • Tipologie di additivi alimentari: elenco
  • Endometriosi: come proteggerti dagli additivi alimentari
  • I metalli pesanti: perché sono nocivi

⏰ TEMPO DI LETTURA: 4 minuti

Cibi trattati e additivi

Se anche tu eri una bambina negli anni 70, di sicuro ricorderai la martellante campagna contro il colorante E 125, un additivo alimentare che all’epoca era presente in ghiaccioli, bibite e caramelle. Con la direttiva 76/399/CEE, infatti, il colorante rosso scarlatto fu definitivamente messo al bando e per mesi in TV e nelle scuole non si parlò d’altro.

Quello, probabilmente, può essere considerato il vero primo momento in cui la comunità scientifica prese atto della pericolosità degli additivi alimentari, che presenti nella maggior parte dei cibi trattati e conservati, incidono in modo negativo sulla salute dell’uomo. E della donna, ovviamente.

Ma cosa c’entrano gli additivi alimentari con l’endometriosi? Andiamo con ordine.

 

Cosa sono gli additivi alimentari

Per prima cosa, devi sapere che per additivi alimentari si intendono tutte quelle sostanze commestibili aggiunte in modo intenzionale nelle preparazioni alimentari, senza che queste abbiano alcun fine nutrizionale. E allora, perché vengono integrate negli alimenti? La risposta è semplice: solo per favorirne la produzione, la trasformazione, l’imballaggio, l’immagazzinamento e il trasporto.

In alcuni casi, infatti, l’uso di vari additivi alimentari avrà lo scopo di rendere i cibi più accattivanti, altre volte di favorirne la conservazione, altre ancora per esaltarne il sapore. È facile riconoscerli: la normativa in materia, infatti, prevede che gli additivi alimentari siano indicati in etichetta con una sigla numerica, sempre preceduta dalla lettera E. In più, è obbligatorio che il produttore ne specifichi anche la finalità. Un modo efficace per capire cosa stai mangiando: ti basterà, infatti, perdere qualche minuto del tuo tempo prima di infilare un prodotto nel carrello, per capire quali additivi alimentari contiene ciò che stai acquistando.

 

Additivi alimentari e la correlazione con lo sviluppo dei tumori

La domanda è sempre la stessa: gli additivi alimentari sono pericolosi per la salute? Sì e no. O meglio non tutti. Per prima cosa, devi considerare il fatto che presi uno ad uno, la maggior parte degli additivi alimentari non ti espongono a nessun reale pericolo, ma la verità è che devi guardarti le spalle dall’effetto combinato di essi. Questo significa che non è il singolo additivo a mettere a rischio la tua salute, ma la loro sommatoria, che come riportato da diverse ricerche, possono ostacolare lo sviluppo cellulare, interferendo con la crescita neuronale e il funzionamento delle sinapsi. Tra i più comuni e più pericolosi, vi sono il giallo di chinolina, E 104, il glutammato monosodico, E621, l’aspartame, E951 e il blu brillante, E133.

E siccome in tutti gli alimenti sono presenti più additivi alimentari, ecco che il rischio per la tua salute diventa concreto. Inoltre, per alcune di queste sostanze è stata dimostrata la correlazione con lo sviluppo dei tumori. Gli additivi alimentari cancerogeni per eccellenza sono i nitriti e i nitrati, che aumentano in modo considerevole l’insorgenza di cancro allo stomaco. Presenti soprattutto nelle carni in scatole e in quelle lavorate, questi elementi finiscono per legarsi ad altre molecole e ad evolvere in N-nitrosammine, componenti altamente tossici per l’organismo.

 

Tipologie di additivi alimentari: elenco

La normativa vigente in materia indica fino a 26 categorie di additivi alimentari comunemente utilizzati, specificandone funzionalità e finalità. Ma senza perderci in una miriade di sigle e denominazioni altisonanti, ecco quali sono gli additivi alimentari che troverai più spesso negli alimenti che trovi in commercio:

  • Coloranti – possono essere naturali o artificiali, ma tutti servono a conferire un particolare colore al prodotto. In etichetta, vengono specificati con la lettera E, seguita da un numero compreso fra 100 e 199, a seconda del colore specifico.
  • Conservanti – questi additivi alimentari, lo suggerisce il loro nome, servono ad allungare la data di scadenza, impedendo la proliferazione di batteri patogeni. Sono indicati dalle sigle comprese fra E200 e E299.
  • Edulcoranti – usati per conferire una particolare dolcezza agli alimenti, li riconoscerai dalle sigle, comprese fra E950 e E969.
  • Antiossidanti  e regolatori di acidità – indicati dalle sigle comprese fra E300 e E399, questi additivi alimentari servono a proteggere i cibi dallo stress ossidativo e a regolarne il sapore.
  • Addensanti – servono per addensare gli alimenti e le sigle che li indicano sono quelle comprese fra E300 e E499.

Se questi sono gli additivi alimentari comunemente presenti in molti alimenti industriali, sappi però che molti dei cibi che mangi contengono anche esaltatori di sapidità, gelificanti, agenti lievitanti, umidificanti, di resistenza, nonché di carica, che servono solo e soltanto ad aumentare il volume di un prodotto, in modo che il peso aumenti e, di conseguenza, ne giustifichi un prezzo più elevato. Per contro, i valori nutrizionali rimangono inalterati.

Ma quindi, tutti gli additivi alimentari fanno male? Assolutamente no, dipende. Ad esempio, gli additivi alimentari naturali possiedono nutrienti importanti: pensa solo al licopene, indicato dalla sigla E160d, presente nel pomodoro, o alla curcuma e alla pectina, E440, o anche alle antocianine, segnalate come E163 e presenti nei frutti di bosco.

Poi, però, c’è la vasta gamma di addensanti, antiossidanti, edulcoranti e via di seguito, i cui effetti sulla salute sono ormai da anni oggetto di acceso dibattito fra nutrizionisti, ricercatori e medici.

 

Endometriosi: come proteggerti dagli additivi alimentari

Non tutti gli additivi alimentari hanno a che fare con l’endometriosi, ma alcuni sì. Basti pensare, infatti ai policlorobifenili, i famigerati PCB, utilizzati come additivi per antiparassitari, che una volta ingeriti dagli animali, finiscono nel tuo organismo quando mangi carne e latticini. Inutile, quindi, girarci intorno: sono ormai diversi gli studi che hanno accertato come la genesi dell’endometriosi sia correlata all’assunzione di questi prodotti, quindi adesso che lo sai, cerca quantomeno di limitarne il consumo.

Se puoi, inoltre, cerca di mangiare solo carni bianche, meglio se provenienti da allevamenti biologici, che in quanto tali non utilizzano pesticidi, additivi alimentari e conservanti nei loro processi di produzione. Per il resto, affidati sempre e solo a cibi freschi e ad alimenti che non abbiano subito processi di trasformazione industriale.

E per finire, contrariamente a quanto potresti pensare, non sottovalutare invece i benefici dei prodotti surgelati: in virtù di questo particolare processo di conservazione, infatti, questi alimenti non contengono quasi mai additivi alimentari e quando lo fanno, ne contengono in quantità irrisoria.

Proteggersi dagli additivi alimentari è possibile e, per te che soffri di endometriosi è un imperativo: impara a leggere le etichette e scegli solo alimenti sani, in grado di mantenerti in salute.

 

I metalli pesanti: perché sono nocivi

Come se a minacciare la tua salute non bastassero gli additivi alimentari, devi anche tenere conto dei metalli pesanti, ovvero piombo, arsenico, alluminio, mercurio, cadmio e rame, che si trovano spesso nei pesticidi, negli insetticidi e che, più in generale, vengono utilizzati nei processi industriali. Ve ne sono anche nella tua casa, ad esempio nelle tubature, nei materiali da costruzione e nelle vernici.

La pericolosità di questi metalli sta nel fatto che impattano a livello cerebrale. Il cervello, infatti, è un organo composto per lo più da grassi, che ne favoriscono l’accumulo, esponendo i neuroni ad un elevato tasso di tossicità. Inoltre, i metalli pesanti producono i radicali liberi, che modificando le membrane cellulare, impediscono il nutrimento delle cellule. E una cellula con la membrana danneggiata è incapace di espellere in modo corretto le tossine, con gravi ripercussioni sulla salute.

Per contrastare gli effetti nocivi dei metalli pesanti, sappi che lo zinco, il magnesio, il selenio, la vitamina C e gli acidi grassi essenziali sono in grado di ripristinare il corretto funzionamento delle membrane cellulari. Un valido aiuto, quindi, per proteggere l’organismo dall’accumulo di queste sostanze nocive.

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